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MEDICO, COLPITO DAL COVID-19 GUARITO

IL PERCORSO NELLA MALATTIA DEL DOTTOR PIETRO POIDOMANI

Riprendiamo la nostra pubblicazione cercando in tutti i modi di dare continuità editoriale, nella speranza che il terribile momento socio-economico e sanitario che stiamo attraversando venga presto superato con rinnovato slancio di fiducia e solidarietà civile.

Sicuramente risulterà molto interessante l’intervista, a cura di Marzia Taiocchi, al dott. Pietro Poidomani, medico di medicina. Con Poidomani abbiamo avuto l’occasione di fare una indagine su quanto avvenuto nella provincia di Bergamo, la provincia più duramente colpita e che ha contato, a causa della pandemia, circa seimila morti. Abbiamo cercato di capire, per raccontare ai lettori, cosa sia avvenuto sul territorio al di fuori degli ospedali e in particolare delle terapie intensive.

Con Poidomani, che ci ha condotto per mano in questa intervista, abbiamo scoperto assolute novità, confermando le nostre ipotesi che all’inizio il virus fosse presente molto prima del febbraio. Lungi da noi ogni intento polemico in questo momento. È già iniziata, da parte di chi ne ha la competenza, la verifica delle eventuali responsabilità e aspettiamo fiduciosi l’esito di queste indagini. Sicuramente si è trattato di uno tsunami pazzesco, che ha colto di sorpresa quasi tutti, e che purtroppo ha lasciato tanti lutti nelle nostre comunità. Lutti e dolori che tarderanno a lenirsi perché hanno provocato ferite profonde nelle famiglie bergamasche in particolare, ma fortissime anche in Lombardia e in tante parti d’Italia.

Sono sicuro che i lettori troveranno l’intervista molto interessante, reale, vissuta anche perché lo stesso Pidomani è stato vittima del coronavirus ed è stato testimone diretto di quanto avveniva. Con in più la consapevolezza della gravità della situazione e quindi del rischio di morte incombente, a volte anche improvviso e inaspettato.

Così il percorso di Poidomani è stato completo: da medico curante, ad ammalato, da paziente in cura a persona guarita. E ora di nuovo medico di medicina generale in piena attività. Arricchito di una esperienza terribile e indimenticabile.

E di alcune abitudini tradizionali che ne sarà? Per esempio: la stretta di mano, che tanta parte ha nella storia sociale dell’umanità, potrà ancora essere simbolo di amicizia, di incontro, di promessa, di contratto? Non svelo nulla di più e invito a leggere l’interessante articolo di Marzia Taiocchi che parte dall’origine antica di questo gesto oggi decisamente sconsigliato non perché siano cambiati gli usi e i costumi, ma per evidenti necessità igieniche.

Non lasciatevi sfuggire gli articoli di Clelia Epis; il primo sulla storia incredibile di Cristina Zambonini, giovane dinamica, vivacissima, che si definisce “ragazza tre cuori” perché dopo un tumore ha avuto ben due trapianti. Da sottolineare la forza vitale di Cristina, che dalle difficoltà ha attinto per vivere ancora più intensamente. Il secondo sulle mamme sorde. Anche questo un ottimo articolo di una giornalista dal grande fiuto e dalla delicata sensibilità. Con bravura Clelia si addentra nel mondo della maternità, della nascita, della cura del bambino, nonostante le difficoltà siano importanti.

Anche qui ci sono barriere in parte abbattute in parte da abbattere.

Nel clima torrido dei giorni in cui sto scrivendo questo editoriale, ritengo particolarmente interessante l’articolo del dott. Bianchi sul tema del caldo e di come gestirlo.

Ci sarebbe tanto altro da mettere in evidenza, ma credo che questo basti per incuriosire i lettori.

Concludo con un caro saluto e con un augurio di serene vacanze, per chi le ha in programma. Arrivederci a settembre.

Leonida Pozzi

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